Quando Il suono della tromba postale si fermò per sempre
L'inesorabile ascesa dell'automobile sulla strada regia di Ampezzo era inarrestabile. Il 31 marzo del 1914 una diligenza postale tutta decorata fece la sua ultima corsa da Dobbiaco a Cortina. Un pessimista scrisse sulla stampa locale:
"Un'altra volta si è perso un pezzo di impresa storica e al posto del simpatico trombettio dovremo abituarci ai clacson e ai fischi assordanti delle autocorriere."
Mezz'anno dopo l'Europa cascò nel caos della Prima Guerra Mondiale. Con essa cadde anche l'impero del Baur che non poté fermare l'ordine di demolizione che l'esercito Austro-Ungarico impose alla sua Landro. Rimasero illesi solo l'Hotel al Lago e l'Hotel Ampezzo.
- LA LOCANDA ALLA PIETRA CAVA
Verso la metà del 1400 spuntò, nella isolata località di Landro, un ospizio attorno al quale, due secoli dopo, si imporrà alla vista del viaggiatore un Hotel dotato di collegamenti di servizio postale con la Val Pusteria e l’Ampezzano. La successiva valorizzazione della bellezza panoramica del luogo giunse a trasformarlo in zona di soggiorno d’alto prestigio internazionale. Risultarono determinanti allo scopo, e nella prospettiva di un ulteriore sviluppo, due eventi di evidente e particolare rilevanza, e che facilitarono il contributo di tutta la operosa popolazione. Il primo: l’immediato inserimento di Dobbiaco nel recentissimo sistema ferroviario austroungarico, ingegneristicamente il più dotato d’Europa. Il secondo: la regia tecnologica e politica garantita in tutte le fasi determinanti, compresi i rapporti con Vienna, da Josef Baur (1822-1879), già Maestro di Posta Imperiale e principale protagonista di un successo imprenditoriale, civile ed economico tra i più rilevanti della storia altoatesina.
- IL GRANDHOTEL BAUR E DEPENDANCES
Alla morte prematura di Josef Baur, il figlio Josef Baur jr (1856-1938), a soli diciotto anni, iniziò a proseguire e ad incrementare ulteriormente l’opera del padre. Era il Maestro di Posta più giovane del Tirolo, e riuscì rapidamente a rendere Landro una stazione di cura di evidente attrazione e rinomanza. Nel 1892 l’établissement Baur offriva alla propria clientela servizi di più recente modernità: disponeva già di energia elettrica, dell’ufficio dei servizi telefonici, di camera oscura per le pose fotografiche e di impianti da tennis e di bocciodromi. Gli anni dal 1901 al 1913 furono per l’Hotel Posta Baur l’epoca della massima espansione, e della sua riconosciuta notorietà internazionale: poteva vantare la disponibilità di circa 250 camere, e lo si classificava tra le più rinomate sedi di soggiorno dell’Europa. Alla celebrità di Landro contribuivano anche, di riflesso, la specialità della sua birra e ancor più l’intensa e prestigiosa attività delle sue guide alpine, spesso riservate ai nobili e ai notabili del tempo. (E’ da ricordare l’assiduità del Re del Belgio e della figlia Maria José, ancora bambina e futura regina d’Italia).
- LA GUERRA
All’ascesa delle imprese avviate dai Baur sul finire dell’Ottocento – tanto rapide quanto risolute e innovative – corrispose, nel primo Novecento, una ancora più rapida sfortuna, rovinosa al massimo. Infatti, ai primi sentori della vicinanza di quella che sarà definita la Grande Guerra, l’Alto Comando Militare di Vienna decise di erigere una fortezza strategica proprio in linea d’aria con il grande complesso alberghiero eretto dai Baur: evidente l’intento di cautelare a distanza il dominio austriaco nell’eventualità di un conflitto con il Regno d’Italia. Il 20 maggio 1915, tre giorni prima della dichiarazione di guerra tra l’Italia e l’Austria-Ungheria, il complesso alberghiero dei Baur venne raso al suolo con tutti i suoi nove edifici, nonostante fosse cambiata l’iniziale strategia difensiva degli Austriaci. Fu risparmiata soltanto la chiesetta della Madonna delle Vie. Josef Baur scomparve per alcuni mesi, per poi trascorrere i suoi ultimi anni nell’ “Hotel al Lago” di Dobbiaco, ultima e tuttora attiva testimonianza della storia non banale di una famiglia.